FILATELIA: QUANDO UN PAESE DEVE IL NOME A UN UCCELLO /ANSA MOSTRA A TRIESTE, FRA CHICCHE, CURIOSITÀ,
FRANCOBOLLI E STORIA (di Roberto Ritondale) (ANSA) - TRIESTE, 10 SET - C'è Gallina, in provincia di Reggio Calabria, ma anche
Strangolagalli, a venti chilometri da Frosinone, Quaglietta nell'Avellinese e Pollastra nell' Alessandrino: non mancano davvero i paesi
che in Italia devono il proprio nome a uccelli, volatili e pennuti di ogni genere.
Unendo due passioni, quella per la filatelia e quella per la toponomastica, il collezionista privato Gianfranco Gurian di Martellago
(Venezia) ha messo insieme una serie di documenti, reperti e testimonianze che da oggi sono in mostra a Trieste, in una singolare
esposizione nella sala centrale del «Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa».
In pratica - spiega la direttrice del museo triestino, Chiara Simon - l'origine delle località «è ricercata attraverso l'uso, assolutametne
originale, di documenti filatelici quali francobolli, cartoline, lettere e timbri rossi».
La mostra è divisa in quattro sezioni. Nella prima ci sono le località che traggono il nome direttamente da quello di un uccello, come
Monfalcone (Gorizia), che si richiama ai falchi pellegrini, Montepaone (Catanzaro), che trae spunto ovviamente dal pavone, e Nibbiola
(Novara), che deve il suo nome al nibbio reale. Spesso bisogna anche tornare all'origine latina dei nomi, ad esempio per Ardea (Roma),
che si richiama all'airone, o per Cessa Palombo (Macerata) che deriva dal latino «cesa palumbus» che letteralmente significa «bosco
del colombo».
Ci sono poi le località (raggruppate nella seconda sezione) che traggono il nome da un uccello per casuale omonimia, ad esempio
Albanella (Salerno) o Cicagna (Genova) che nel tempo, grazie all'idea di un arguto cittadino, è diventato «il paese delle cicogne».
Nella terza sezione uccello e toponimo derivano il nome dal medesimo soggetto, come Marzolara (Parma), dove nel mese di marzo
arrivano appunto le marzaiole per nidificare.
Infine, nella quarta sezione, ci sono i paesi il cui nome è in qualche modo legato al mondo avicolo, come Gabbiana (Mantova),
Pennabilli (Pesaro), Ala (Trento) e Gabbioneta (Cremona).
Non mancano le chicche guardando questa mostra intitolata «Uccelli nella toponomastica italiana». Una lettera, inviata a Oriolo
Romano (Viterbo), risale addirittura al 1635, ovvero all'epoca cosiddetta prefilatelica: il francobollo è stato inventato soltanto nel 1840, in
Inghilterra.
Un documento del 1774 dimostra invece che in Finlandia si applicavano sulle lettere, con il sigillo di ceralacca, delle penne di uccello:
una penna significava urgente, due urgentissimo e tre «correre notte e giorno per consegnarla».
Davvero altri tempi, quelli in cui un messaggio poteva essere affidato persino a un efficiente piccione viaggiatore.
La mostra resterà aperta fino al 6 ottobre. (ANSA).
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1 commento:
Ho letto l'articolo sui paesi Italiani che hanno un nome di animali volatili vari,interessante curioso e piacevole.
Il nome Quaglietta, paese in provincia di Avellino, deriva però dal latino aquae lectae o electae, ovvero acqua pura, eletta di cui era ed è ricco il territorio.
L'etimo quindi non ha nulla a che fare con la fauna che vola, ma una trasformazione nell'arco dei secoli, da aquae electa a aquae lectae poi laquallectae ed infine Quaglietta.
Quaglietta è un antico borgo medievale e l'invito è di visitare il canale di youtube:
http://www.youtube.com/aquaeelectae
Grazie e cordiali saluti.
Stefano Simondo
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