domenica 14 dicembre 2008
sabato 13 dicembre 2008
sabato 6 dicembre 2008
lunedì 24 novembre 2008
lunedì 17 novembre 2008
QUAGLIE AL G 20
Si è aperto a Washington con una cena alla Casa Bianca offerta dal presidente americano George W. Bush il vertice G20 per discutere della crisi finanziaria internazionale.
La colazione caratterizzata da un impegnativo menù internazionale a base di quaglia affumicata, ricoperta da `gastriquè (salsa francese) di mela cotogna, risotto di quinoa (varietà sudafricana), costata di agnello al timo con pomodoro, finocchio e melanzana fonduta, ornata con salsa di funghi Chanterelle, misto di insalata e scarola con vinaigrette al sidro, brie del Vermont al forno, crostini di noce e dessert torta di pere con mirtilli. Il tutto, per dimenticare gli effetti della crisi, accompagnato da vini rigorosamente californiani
Il summit riunisce attorno a un tavolo i capi di Stato e di governo dei maggiori Paesi industriali ed emergenti: la tradizionale formazione del G7 (Usa, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Canada) allargata tra gli altri anche a potenze economiche come Cina, Russia, Australia, Brasile e Arabia Saudita. Al vertice che si chiuderà oggi pomeriggio, l’Italia è rappresentata dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi accolto ieri da Bush, alla probabile suia ultima uscita internazionale, con un caloroso abbraccio.
Per discutere di crisi economica e riforme del sistema finanziario sono riuniti alla Casa Bianca i capi di Stato di governo di Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna, canada, Argentina, Australia, Brasile, Cina, India, Indonesia, Messico, Russia, Arabia saudita, Sudafrica, Corea del sud, Turchia, (più Spagna e Olanda). Oltre ai rappresentanti del Fondo monetario internazionale, la Banca Mondiale, l’Unione europea e le Nazioni Unite.
15 novembre 2008
La colazione caratterizzata da un impegnativo menù internazionale a base di quaglia affumicata, ricoperta da `gastriquè (salsa francese) di mela cotogna, risotto di quinoa (varietà sudafricana), costata di agnello al timo con pomodoro, finocchio e melanzana fonduta, ornata con salsa di funghi Chanterelle, misto di insalata e scarola con vinaigrette al sidro, brie del Vermont al forno, crostini di noce e dessert torta di pere con mirtilli. Il tutto, per dimenticare gli effetti della crisi, accompagnato da vini rigorosamente californiani
Il summit riunisce attorno a un tavolo i capi di Stato e di governo dei maggiori Paesi industriali ed emergenti: la tradizionale formazione del G7 (Usa, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Canada) allargata tra gli altri anche a potenze economiche come Cina, Russia, Australia, Brasile e Arabia Saudita. Al vertice che si chiuderà oggi pomeriggio, l’Italia è rappresentata dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi accolto ieri da Bush, alla probabile suia ultima uscita internazionale, con un caloroso abbraccio.
Per discutere di crisi economica e riforme del sistema finanziario sono riuniti alla Casa Bianca i capi di Stato di governo di Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna, canada, Argentina, Australia, Brasile, Cina, India, Indonesia, Messico, Russia, Arabia saudita, Sudafrica, Corea del sud, Turchia, (più Spagna e Olanda). Oltre ai rappresentanti del Fondo monetario internazionale, la Banca Mondiale, l’Unione europea e le Nazioni Unite.
15 novembre 2008
martedì 7 ottobre 2008
giovedì 11 settembre 2008
Quaglietta è in provincia di Avellino...
FILATELIA: QUANDO UN PAESE DEVE IL NOME A UN UCCELLO /ANSA MOSTRA A TRIESTE, FRA CHICCHE, CURIOSITÀ,
FRANCOBOLLI E STORIA (di Roberto Ritondale) (ANSA) - TRIESTE, 10 SET - C'è Gallina, in provincia di Reggio Calabria, ma anche
Strangolagalli, a venti chilometri da Frosinone, Quaglietta nell'Avellinese e Pollastra nell' Alessandrino: non mancano davvero i paesi
che in Italia devono il proprio nome a uccelli, volatili e pennuti di ogni genere.
Unendo due passioni, quella per la filatelia e quella per la toponomastica, il collezionista privato Gianfranco Gurian di Martellago
(Venezia) ha messo insieme una serie di documenti, reperti e testimonianze che da oggi sono in mostra a Trieste, in una singolare
esposizione nella sala centrale del «Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa».
In pratica - spiega la direttrice del museo triestino, Chiara Simon - l'origine delle località «è ricercata attraverso l'uso, assolutametne
originale, di documenti filatelici quali francobolli, cartoline, lettere e timbri rossi».
La mostra è divisa in quattro sezioni. Nella prima ci sono le località che traggono il nome direttamente da quello di un uccello, come
Monfalcone (Gorizia), che si richiama ai falchi pellegrini, Montepaone (Catanzaro), che trae spunto ovviamente dal pavone, e Nibbiola
(Novara), che deve il suo nome al nibbio reale. Spesso bisogna anche tornare all'origine latina dei nomi, ad esempio per Ardea (Roma),
che si richiama all'airone, o per Cessa Palombo (Macerata) che deriva dal latino «cesa palumbus» che letteralmente significa «bosco
del colombo».
Ci sono poi le località (raggruppate nella seconda sezione) che traggono il nome da un uccello per casuale omonimia, ad esempio
Albanella (Salerno) o Cicagna (Genova) che nel tempo, grazie all'idea di un arguto cittadino, è diventato «il paese delle cicogne».
Nella terza sezione uccello e toponimo derivano il nome dal medesimo soggetto, come Marzolara (Parma), dove nel mese di marzo
arrivano appunto le marzaiole per nidificare.
Infine, nella quarta sezione, ci sono i paesi il cui nome è in qualche modo legato al mondo avicolo, come Gabbiana (Mantova),
Pennabilli (Pesaro), Ala (Trento) e Gabbioneta (Cremona).
Non mancano le chicche guardando questa mostra intitolata «Uccelli nella toponomastica italiana». Una lettera, inviata a Oriolo
Romano (Viterbo), risale addirittura al 1635, ovvero all'epoca cosiddetta prefilatelica: il francobollo è stato inventato soltanto nel 1840, in
Inghilterra.
Un documento del 1774 dimostra invece che in Finlandia si applicavano sulle lettere, con il sigillo di ceralacca, delle penne di uccello:
una penna significava urgente, due urgentissimo e tre «correre notte e giorno per consegnarla».
Davvero altri tempi, quelli in cui un messaggio poteva essere affidato persino a un efficiente piccione viaggiatore.
La mostra resterà aperta fino al 6 ottobre. (ANSA).
FRANCOBOLLI E STORIA (di Roberto Ritondale) (ANSA) - TRIESTE, 10 SET - C'è Gallina, in provincia di Reggio Calabria, ma anche
Strangolagalli, a venti chilometri da Frosinone, Quaglietta nell'Avellinese e Pollastra nell' Alessandrino: non mancano davvero i paesi
che in Italia devono il proprio nome a uccelli, volatili e pennuti di ogni genere.
Unendo due passioni, quella per la filatelia e quella per la toponomastica, il collezionista privato Gianfranco Gurian di Martellago
(Venezia) ha messo insieme una serie di documenti, reperti e testimonianze che da oggi sono in mostra a Trieste, in una singolare
esposizione nella sala centrale del «Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa».
In pratica - spiega la direttrice del museo triestino, Chiara Simon - l'origine delle località «è ricercata attraverso l'uso, assolutametne
originale, di documenti filatelici quali francobolli, cartoline, lettere e timbri rossi».
La mostra è divisa in quattro sezioni. Nella prima ci sono le località che traggono il nome direttamente da quello di un uccello, come
Monfalcone (Gorizia), che si richiama ai falchi pellegrini, Montepaone (Catanzaro), che trae spunto ovviamente dal pavone, e Nibbiola
(Novara), che deve il suo nome al nibbio reale. Spesso bisogna anche tornare all'origine latina dei nomi, ad esempio per Ardea (Roma),
che si richiama all'airone, o per Cessa Palombo (Macerata) che deriva dal latino «cesa palumbus» che letteralmente significa «bosco
del colombo».
Ci sono poi le località (raggruppate nella seconda sezione) che traggono il nome da un uccello per casuale omonimia, ad esempio
Albanella (Salerno) o Cicagna (Genova) che nel tempo, grazie all'idea di un arguto cittadino, è diventato «il paese delle cicogne».
Nella terza sezione uccello e toponimo derivano il nome dal medesimo soggetto, come Marzolara (Parma), dove nel mese di marzo
arrivano appunto le marzaiole per nidificare.
Infine, nella quarta sezione, ci sono i paesi il cui nome è in qualche modo legato al mondo avicolo, come Gabbiana (Mantova),
Pennabilli (Pesaro), Ala (Trento) e Gabbioneta (Cremona).
Non mancano le chicche guardando questa mostra intitolata «Uccelli nella toponomastica italiana». Una lettera, inviata a Oriolo
Romano (Viterbo), risale addirittura al 1635, ovvero all'epoca cosiddetta prefilatelica: il francobollo è stato inventato soltanto nel 1840, in
Inghilterra.
Un documento del 1774 dimostra invece che in Finlandia si applicavano sulle lettere, con il sigillo di ceralacca, delle penne di uccello:
una penna significava urgente, due urgentissimo e tre «correre notte e giorno per consegnarla».
Davvero altri tempi, quelli in cui un messaggio poteva essere affidato persino a un efficiente piccione viaggiatore.
La mostra resterà aperta fino al 6 ottobre. (ANSA).
mercoledì 30 luglio 2008
A pezzetti
Ieri è venuta una giornalista, Paola Ceretta, di C6TV e ha fatto un lungo servizio sulla Fattoria di Al Cappone...ve lo ripropongo sotto, a pezzetti...buona visione
mercoledì 23 luglio 2008
martedì 15 luglio 2008
domenica 29 giugno 2008
giovedì 12 giugno 2008
martedì 10 giugno 2008
Sostiene il professore
Bella storia, entrare in un carcere! Arrivi carico del tuo immaginario, ricco di fotogrammi raccapriccianti, imbottito dei vari "sentito dire", e con questo spirito ti aspetti un ambiente tetro, minaccioso, plumbeo.
La realtà è ben diversa. Il carcere di Opera, superato il primo blocco, ti dà già un'impressione positiva, per via dell'ordine e della pulizia che regnano ovunque.
Un po' di ansia ti prende quando superi il secondo blocco, ansia stemperata dall'immenso giardino che circonda i fabbricati di cemento armato che "ospitano" i detenuti. Ansia che logicamente è riaffiorata al primo incontro con quelli che sarebbero diventati i miei "studenti".
Superato il primo imbarazzo, ho cominciato a guardarli uno per uno, cercando di immaginare di quale colpa si fossero macchiati per trovarsi in una situazione del genere.
Poi la discrezione piemontese ha preso il sopravvento su quelle che sono le "umane curiosità" ed ho cominciato ad interagire seriamente con "loro", i detenuti.
Emilia mi ha chiesto a bruciapelo che cosa ne pensavo, del mio incontro con "il Male". Io non ho risposto. Penso che di primo acchito avrei detto delle stupidaggini dettate più dalla fantasia che dalla realtà.
La cosa che mi spiazza di più, oggi che mi sembra di conoscere meglio i miei "ragazzi", che passo ore ed ora a lavorare con loro è che, salvo qualche caso, mi sembrano tutte persone assolutamente normali, dotate di garbo, entusiasmo, voglia di fare, pensieri positivi.
Non riesco, neppure sforzandomi, ad immaginarli mentre compiono anche uno solo dei reati efferati per i quali stanno scontando la pena.
Penso che "virare", allontanarsi da un sano comportamento civile, spesso sia solo questione di un attimo. Penso che possa veramente capitare a chiunque.
Perciò...occhio! Non vorrei annoverare tra i miei futuri "studenti" anche chi mi sta serenamente leggendo in questo momento...
sabato 24 maggio 2008
giovedì 22 maggio 2008
Pisanello, La Madonna della quaglia (Museo Civico di Castelvecchio, Verona)
La vita di Pisanello è tuttora avvolta da un alone di mistero. La sua data di nascita risulta ignota, viene generalmente collocata tra 1380 e il 1395, mentre la sua morte si presume sia avvenuta tra 1450 ed il 1455, (probabilmente il 14 giugno o l'8 ottobre del 1455). Quanto al luogo di nascita, si ritiene generalmente che questo fosse stato Pisa, da cui il soprannome attribuitogli.
Non si ha comunque la certezza neanche del luogo poiché l'appellativo di "Pisanello" poteva essergli stato attribuito anche per via del padre, Ser Puccio di Giovanni da Cerreto, che era effettivamente pisano; secondo alcuni critici infatti il fatto che il pittore avesse lavorato prevalentemente, specie in età giovanile, nella zona del veneto e che la madre Isabetta fosse veronese, porterebbe ad ipotizzare che Pisanello fosse nato nei pressi Verona, precisamente a San Vigilio sul Lago.
Gli anni giovanili di Pisanello furono fortemente influenzati dalla pittura di tradizione fiorentina portata in Veneto da Giotto prima e dai suoi allievi Stefano da Verona e Altichiero poi.
Tra il 1415 ed il 1420 lavorò a Venezia, in qualità di assistente di Gentile da Fabriano insieme al quale affrescò la Sala del Gran Consiglio nel Palazzo Ducale. L'opera che testimoniava l'incontro tra i due artisti venne prima ritoccata e modificata nel 1488 da Alvise Vivarini ed infine distrutta da un incendio nel 1577. .
Nel 1422 Pisanello si trasferì a Mantova al servizio del giovane Ludovico Gonzaga, dove cominciò ad acquisire grande fama all'interno delle varie corti lombarde che iniziarono a contendersi i suoi servigi. La "Madonna della quaglia" è del 1420.Nel 1424 eseguì gli affreschi nel Castello di Pavia. Nel 1426 circa, torna a Verona dove realizza la decorazione pittorica (gli Arcangeli Michele e Raffaele e l'Annunciazione) del monumento a Niccolò Brenzoni, splendido esempio di scultura gotica italiana eseguito da Nanni di Bartolo nella Chiesa di San Fermo Maggiore. Secondo il Vasari, Pisanello venne introdotto nelle corti del centro Italia da Papa Martino V e da Andrea del Castagno che secondo il critico aretino fu uno dei suoi maestri.
Recenti studi hanno smentito molte delle vicende narrate dal Vasari nelle Vite riguardo Pisanello, oggi si pensa infatti che fu invece il suo maestro, Gentile da Fabriano, a stabilire per lui i primi contatti con la città papale.
A Roma, Pisanello si trasferì tra il 1431 ed il 1432, per continuare a San Giovanni in Laterano gli affreschi lasciati incompiuti nel 1428 dopo la morte di Gentile da Fabriano.
Dell'opera dell'artista compiuto per la Basilica romana, non se ne ha più alcuna traccia poiché le pitture vennero distrutte durante la ristrutturazione della chiesa compiuta nel 1650 dal Borromini.
Dopo esser stato apprezzato e lodato da papa Eugenio IV, nell'estate del 1432 Pisanello lasciò Roma per giungere a Ferrara alla corte di Lionello d'Este che gli commissionò una Vergine e un'effigie di Giulio Cesare entrambe eseguite su tavola.
Dopo un breve periodo in cui l'artista tornò a Verona nel 1434, dove compì la sua opera più famosa e meglio conservata, la decorazione della Cappella Pellegrini a Sant'Anastasia, molti critici presumono che l'opera sia stata realizzata in un periodo precedente: intorno agli anni 20 del Quattrocento.
Pisanello lavorò ancora a Ferrara nel 1438 dove fu testimone del Concilio tra Giovanni VIII Paleologo e papa Eugenio IV. La presenza in città della corte bizantina caratterizzata dagli inusuali costumi ricchi di decorazioni inedite agli occhi del pittore, stimolò fortemente la fantasia dell'artista che nelle opere successive entrò nella piena maturità, consolidando la sua pittura violentemente influenzata dallo stile orientale.
Risale a questi anni anche l'inizio della serie di medaglie eseguite da Pisanello, la prima è riferibile a quella raffigurante proprio l'Imperatore di Costantinopoli Giovanni.
Il forte legame tra Pisanello e la corte del Marchese di Mantova Gian Francesco Gonzaga, procurerà diversi guai all'artista che si trovò a dover stare dalla parte del suo protettore nella disputa tra la Repubblica di Venezia e i Visconti ai quali i Gonzaga avevano dato il loro pieno appoggio. Nel 1439 le milizie del Marchese alleate a quelle viscontee attaccarono sotto la guida di Niccolò Piccinino una delle roccaforti della Serenissima, proprio la città di Verona tanto cara a Pisanello che si trovò a militare, per compiacere il proprio protettore, nelle file nemiche.
Dopo esser stata saccheggiata e tenuta sotto assedio la città venne riconquistata da Venezia e Pisanello che si trovò accusato dai Rettori di Verona che lo segnalarono al Consiglio dei Dieci. Dopo esser stato allontanato dai territori veneti, nel 1442 il pittore venne definitivamente condannato e i suoi beni cofiscati, nello stesso anno subì il dramma della perdita della madre.
Negli ultimi anni della sua carriera, Pisanello lavorò ancora per la corte di Lionello d'Este a Ferrara per il quale realizzò un famoso rittratto in concorrenza con Gentile Bellini, continuò a mantenere anche i contatti con Mantova, nonostante ci fossero tra le due città dei forti contrasti. Sembra che questo fosse il periodo peggiore per l'artista che si trovò, a causa anche della condanna che lo costringeva a rimanere lontano dalle sue terre natali, in un periodo di forte ristrettezza economica.
In quest'epoca si dedico in particolar modo alla realizzazione delle sue famose opere di oreficeria, si spostò dalla corte ferrarese a Rimini dove realizzò le medaglie di Sigismondo Malatesta e Novello Malatesta.
Nel 1448 non riuscì a tornare a Verona per presenziare al matrimonio della figlia, alla quale l'artista inviò la dote da Ferrara. Questa è l'ultima notizia documentata e certa riguardo Pisanello, per quelle successive si hanno solamente poche indicazioni che descrivono l'arrivo del pittore alla corte di Napoli nel 1449 presso Alfonso d'Aragona dove vennero realizzate le maedaglie del re e di Igino d'Avalos. Nella città partenopea realizzò le sue ultime opere e ivi probabilmente si spense tra il 1450 ed il 1455.
venerdì 9 maggio 2008
Venerdì, la prima verifica
Pigi è davvero un bravo insegnante (eccolo, nella foto sopra: sullo sfondo, il carcere di Opera).
La lezione di oggi, venerdì, al mattino ha riguardato il tema "agruturismo" (che cos'è, come si gestisce, i limiti e le agevolazioni di legge, etc.) Io non c'ero stamattina, perché dovevo andare a comprare tubi e nylon per la zona dell'allevamento che Pigi e l'Istituzione (il carcere, attraverso la M.O.F....acronimo di non so che cosa, credo Manutenzione Ordinaria Fabbricati... comunque quegli Agenti della Polizia Penitenziaria che si occupano dell'edificio, e dei lavori di muratura, elettricista etc.) stanno costruendo.
E' molto bella, questa parte del lavoro. Stiamo cominciando, davvero. Mi sembra un sogno. Costruire una cosa che non c'era. Sapere una cosa che non sapevi. Bellissimo.
Mi viene in mente quello che scriveva Thomas Stearns Eliot:
"L'uomo si impegni nel lavoro più propriamente umano, costruire nel e contro il deserto il principio e la fine della strada, il senso. Perché se gli uomini non edificano, come vivranno?"
Un detenuto, Dragomir, molto galante, mi ha regalato un intero mazzetto di quadrifogli trovati nel posto dove saranno edificate le due casette per quaglie e mangime, prima che l'erbaccia fosse falciata...
E poi al pomeriggio c'è stata la prima verifica: e bisognava vederli, i detenuti, tutti eccitatissimi all'idea di sapere che cosa sono il calaze, la speratura, la cellula uovo (è la parte essenziale da cui si forma l’embrione - più esattamente una sola cellula - dalla forma sub sferica... beh, abbiamo saputo che si compone di tre strati: membrana vitellina, disco germinativo, vitello...)
Voi direte che non è niente. Invece è tanto. Noi parliamo di vita.
venerdì 2 maggio 2008
lezione n° 2
Oggi Pigi ha fatto la seconda lezione. Al mattino, teoria. Il pomeriggio, pulizia dello spazio dove getteranno il cemento su quale costruire le casette per le quaglie.
Tra le sterpaglie, abbiamo trovato un uovo d'anatra e un mazzetto di quadrifogli. Qualcuno ha detto che la qualità delle uova in carcere non è granché: anzi, ha detto, le uova del carcere hanno un sapore particolare, "sanno di carcere".
Nella foto, dummy eggs, uova per stupidi...o false uova.
martedì 19 febbraio 2008
Oggi, COOP
Siamo andati al quartier generale delle COOP, dove abbiamo proposto le nostre uova di quaglia. Le COOP sono una struttura gigantesca e reale, solida. Le nostre uova per ora sono piccole (già sulla carta), immaginarie e lontane.
Ce la faremo? Il dirigente che ci ha "dato retta" ha detto che il progetto è interessante: spiegare a un gruppo di detenuti come si costruisce un microallevamento, spiegare "tutto-ma-proprio-tutto" delle uova e del loro mercato, come si mantengono in salute delle quaglie (abbiamo preferito le quaglie ai polli per ovvi motivi di "sovraffollamento"...), come si vendono, come si mette in piedi un agriturismo e tante altre cose che dovrebbero portare a una decisione: quella di lasciare da parte pistole e rapine - una volta scontata la pena - per dedicarsi a una più salubre attività, quella dell'avicoltore. E poi riuscire a procurare lavoro ai detenuti ppiù capaci. Questo è quello che vogliamo. E non diteci che vogliamo l'uovo e la gallina...al massimo è l'uovo di Colombo (perché Pigi si chiama proprio così, Pigi Colombo)
:-)
Ce la faremo? Il dirigente che ci ha "dato retta" ha detto che il progetto è interessante: spiegare a un gruppo di detenuti come si costruisce un microallevamento, spiegare "tutto-ma-proprio-tutto" delle uova e del loro mercato, come si mantengono in salute delle quaglie (abbiamo preferito le quaglie ai polli per ovvi motivi di "sovraffollamento"...), come si vendono, come si mette in piedi un agriturismo e tante altre cose che dovrebbero portare a una decisione: quella di lasciare da parte pistole e rapine - una volta scontata la pena - per dedicarsi a una più salubre attività, quella dell'avicoltore. E poi riuscire a procurare lavoro ai detenuti ppiù capaci. Questo è quello che vogliamo. E non diteci che vogliamo l'uovo e la gallina...al massimo è l'uovo di Colombo (perché Pigi si chiama proprio così, Pigi Colombo)
:-)
domenica 17 febbraio 2008
SAN VALENTINO: FONDAZIONE PANGEA, SEGLIERE REGALO SOLIDALE (ANSA) -
ROMA, 5 FEBBRAIO - Anche in occasione della Festa degli Innamorati è possibile ricorrere ai regali solidali. Lo si può fare - suggerisce la Fondazione Pangea - dedicando alla persona amata anche un pensiero per chi vive una condizione di disagio: «Cerchi
un regalo che duri per sempre? Per San Valentino scegli un
dono d'Amore», recita lo slogan della fondazione.
Sul sito di Pangea (www.pangeaonlus.org) è possibile scegliere,
infatti, il regalo tra una vasta scelta di idee originali: una macchina
per cucire, un allevamento di polli, un microcredito per avviare una
microimpresa, sostegno medico, scolarizzazione e tanti altri regali
che danno la possibilità di migliorare la vita di quanti li ricevono e
che diventano il segno tangibile del loro amore.
La Fondazione Pangea invierà a casa del destinatario del regalo una
pergamena in cui sarà spiegato il gesto e chi ne beneficerà.
(ANSA).
ROMA, 5 FEBBRAIO - Anche in occasione della Festa degli Innamorati è possibile ricorrere ai regali solidali. Lo si può fare - suggerisce la Fondazione Pangea - dedicando alla persona amata anche un pensiero per chi vive una condizione di disagio: «Cerchi
un regalo che duri per sempre? Per San Valentino scegli un
dono d'Amore», recita lo slogan della fondazione.
Sul sito di Pangea (www.pangeaonlus.org) è possibile scegliere,
infatti, il regalo tra una vasta scelta di idee originali: una macchina
per cucire, un allevamento di polli, un microcredito per avviare una
microimpresa, sostegno medico, scolarizzazione e tanti altri regali
che danno la possibilità di migliorare la vita di quanti li ricevono e
che diventano il segno tangibile del loro amore.
La Fondazione Pangea invierà a casa del destinatario del regalo una
pergamena in cui sarà spiegato il gesto e chi ne beneficerà.
(ANSA).
giovedì 17 gennaio 2008
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